Villagers… Allegoria del buono e cattivo governo
Villagers è un gioco di carte, accoglienza e antichi mestieri edito da Sinister Fish Games, portato in Italia da Ms Edizioni, a cui possono giocare da 1 a 5 persone, dai 10 anni di età in su, durata dai 30 ai 60 minuti.
Questo gioco da tavolo è ambientato nel medioevo:
“Da qualche anno la peste è solo un brutto ricordo e stiamo per fondare un nuovo villaggio. La comunità è in sofferenza per le gravi perdite subite: molte fattorie e botteghe sono state abbandonate e tanti ruoli chiave sono ora vacanti. Gli artigiani non trovano materie prime da lavorare e i mercanti non hanno più clienti a cui vendere le proprie mercanzie. Scarseggiano cibo, vestiti e persino case.”
In questo gioco da tavolo di Haakon Hoel Gaarder, saremo i fondatori di un nuovo villaggio che si adoperano per farlo prosperare, accogliendo persone in fuga da un regno vicino. Le loro qualità saranno utili per la realizzazione di un nuovo centro abitato, ma ciascuno di loro potrà dare il meglio di sé solo se riusciremo a fornire le migliori basi e le risorse idonee.
Il nostro scopo sarà quello di guadagnare più monete possibile durante le due fasi mercato, poiché a vincere sarà il villaggio con più monete a fine partita.
Allegoria del buon governo
Il nostro compito è ben rappresentato dall’affresco Senese “Allegoria del Buono e del Cattivo Governo”, un ciclo di affreschi di Ambrogio Lorenzetti, conservato nel Palazzo Pubblico di Siena e databile al 1338-1339. Gli affreschi dovevano ispirare l’operato dei governatori cittadini che si riunivano in queste sale. Nella storia dell’arte italiana è la prima opera di contenuto non più solo religioso, ma politico e filosofico.
In quest’opera, che ai tempi fu davvero innovativa, si vede, da una parte, la città ben governata che prospera e dall’altra la città in declino: due scenari contrapposti ma plausibili. Nel gioco le nostre scelte ci porteranno a far pendere l’ago della bilancia da una o dall’altra parte.
Chi riuscirà a governare meglio farà più punti e tanto per cambiare… chi fa più punti vince!
Vediamo un po’ le regole di Villagers
Il setup è velocissimo: si posizionano i sei paesani della strada iniziale e sopra ad essi si piazzano sei pile di carte, ognuna composta da un numero di carte pari al doppio del numero dei giocatori.
Sotto la seconda e l’ultima pila, si mettono le carte primo mercato e secondo mercato. Poi si piazzano sul tavolo i tre mazzetti dei paesani base (taglialegna, mietitore e minatore), il mazzo di carte rimaste e le monete.
Ad ognuno va data una carta fondatore a caso, una piazza del villaggio, otto monete e cinque carte paesano dal mazzo.
Sulle carte ci sono simboli chiari e ben spiegati nel regolamento. Ad esempio: “cibo”, “monete”, “lucchetto”. Le carte recano sul dorso la loro tipologia, ad esempio “legno”, “minerali”, “fieno”, “uva”, ecc.
Il turno di gioco è composto da due fasi: una di acquisizione e l’altra di costruzione.
In quella di acquisizione si prenderanno un numero di carte variabili da un minimo di 2 ad un massimo di 5 (a seconda dei simboli “cibo” visibili nel loro villaggio) per posizionarle sulla piazza del villaggio. Ogni carta pescata verrà subito rimpiazzata con una presa dal mazzetto sovrastante più a sinistra.
La fase di costruzione è il momento in cui giocare davanti a sé le carte dalla propria mano, con alcune regole semplici. Il numero delle carte giocate anche questa volta potrà variare da 2 a 5 a seconda dei simboli “casetta” nel proprio villaggio. Per giocare un paesano bisognerà considerare la catena produttiva: alcune carte hanno come prerequisito di essere giocate solo sovrapposte ad una determinata carta, creando una catena. Altre carte invece rimangono singole.
Ad esempio: se vogliamo accogliere “cavallaio” e “impagliatore” avremo bisogno prima di tutto del mietitore, che è un paesano base.
I paesani base sono sempre a disposizione e per chiamarne uno bisognerà scartare una carta dalla propria mano, mettendola a faccia in giù su uno dei mazzetti sopra la strada. Questi paesani saranno la prima carta di una catena di carte, che si può sviluppare da li in poi. Il paesano base permette di iniziare un massimo di due catene produttive.
Ci sono poi i personaggi chiave, cioè quelli che sbloccano i lucchetti. Esempio: per poter lavorare, il vinificatore ha bisogno del bottaio. Se il bottaio è presente nel nostro villaggio, metteremo due monete dalla riserva generale sulla sua carta, se il bottaio invece è in un altro villaggio posizioneremo due monete dalla nostra riserva sul bottaio. Infine, se il bottaio non c’è proprio, dovremo spendere due monete mettendole quindi dalla nostra riserva a quella generale.
A circa metà partita e alla fine della partita si fa il mercato, che sarebbe un calcolo del punteggio, cioè fa guadagnare monete. Il primo mercato ci fa guadagnare: una somma dei valori nei simboli moneta gialla che abbiamo sulle carte visibili nel nostro villaggio e una somma del valore delle monete sopra le nostre carte, lasciandole dove sono, cioè si prendono dalla riserva generale altrettante monete.
Il secondo mercato, oltre alla somma dei valori sui simboli moneta gialla, conta anche tutte le varie monete grigie che fanno guadagnare punti per cose come: tre monete per ogni lucchetto, una moneta per ogni due simboli fieno, ecc. Infine raccoglieremo le monete presenti sopra le carte dei nostri paesani chiave.
Antichi mestieri… e danzatrici!
Nell’affresco gli effetti del buon governo in città sono un piacere per gli occhi: ho un bellissimo ricordo di questa opera d’arte.
Proprio come nel gioco da tavolo… “la città è popolata da abitanti laboriosi, dediti all’artigianato, al commercio, all’attività edilizia. In primo piano vediamo una bottega di scarpe, in alto alcuni muratori impegnati nella costruzione di un edificio, in basso un signore ben vestito in cattedra insegna di fronte ad un uditorio attento […]”
“Sono molti gli ornamenti come le bifore sulle finestre, i tetti merlati, gli archi, le travi in legno, le piante e i fiori sulle terrazze […]”
“Un pastore è insieme al suo gregge di pecore, più in alto due muli sono carichi di balle di lana, mentre un signore ed una signora a piedi portano un cesto di uova.”
Ci sono anche attività non lavorative… “una fanciulla a cavallo con la corona in testa si prepara al matrimonio […]. Molto bello è il gruppo di danzatrici che si tengono per mano e ballano al ritmo di suonatrice di cembalo e cantante.” Wikipedia
Considerazioni finali
Una nota sui materiali: la qualità delle carte a mio avviso è il tasto dolente di questo gioco, ed essendo un gioco di carte… direi che si nota abbastanza! Le carte sono un po’ troppo leggere e dovendole mescolare spesso c’è il rischio che si possano rovinare. Consiglierei quindi di imbustarle.
In compenso Villagers è una piccola scatola che regala molto: le regole sono semplici e il gioco scorre bene, dando soddisfazione nel creare il proprio villaggio.
Mi piace questo gioco da tavolo, facile da imparare, veloce da intavolare e proponibile a chiunque in qualsiasi momento.
Una bella sorpresa!
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