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The Shape of Shadows. Ovvero: Guardiamoci

Timbro letto per voi
 

Quando siamo piccoli, ogni nostro atto performativo (dal disegno, alla canzone, alla poesia) non è mai considerato esaurito se non “ce lo guarda” qualcuno. Chiediamo a genitori, insegnanti, nonni, adulti e amichetti di testimoniare con il loro sguardo l’esistenza dell’opera e, di riflesso, la nostra. Non ci frega molto della “bellezza” o della “originalità” di ciò che abbiamo prodotto: ci interessa condividere. Dal nulla, io piccolo meraviglioso essere, ho creato un qualcosa che prima non c’era, ho operato un vero e proprio miracolo, una magia primordiale. Crescendo, questa esigenza, e di riflesso questa meraviglia intrinseca, tendono a svanire, lasciandoci ad ammirare le nostre opere in piena solitudine. Mi viene da pensare che quando Jeeyon Shim ha ideato The Shape of Shadows, volesse farci ritrovare proprio quella voglia di condivisione.

The Shape of Shadows - Puoi giocarlo come vuoi
TSoS Puoi giocarlo come vuoi

The Shape of Shadows: l’idea

The Shape of Shadows viene definito dalla sua autrice come un gioco basato sui concetti di “connected path” e “Keepsake”. Con keepsake si intende il ricordo, la memoria, ciò che merita di essere tenuto caro. Connected path game è invece un concetto coniato dalla stessa Jeeyon Shim durante lo sviluppo dei suoi due giochi precedenti, The Last Will and Testament of Gideon Blythe e Field Guide To Memory. Un percorso connesso con altri percorsi, ognuno separato e ben diviso, ma comunicante. TSoS, infatti, è un gioco in solitario che nasce però proprio con l’intento di condividere i nostri progressi con coloro che, in quello stesso preciso momento, lo stanno giocando come noi, anzi “con” noi.

I materiali della special box
I materiali della special box

The Shape of Shadows: come si gioca?

The Shape of Shadows ci mette nei panni scomodi di un assistente/segretario di un mago. Il nostro compito sarà quello di organizzare la sua agenda, dagli appuntamenti, alle lezioni, ricostruendo il tutto attraverso una serie di indizi e codici. Il nostro capo vuole il lavoro fatto bene, ma è pur sempre un maestro dell’occulto, e di conseguenza occulta le stesse direttive che noi dovremmo seguire per aiutarlo. Inoltre, tra le righe, tra date, numeri di telefono, nomi di luoghi e quant’altro, avremmo l’opportunità di scoprire tutti i suoi segreti più reconditi. TSoS però è molto altro: riceveremo una mail all’inizio di ogni settimana, con tutta la schedule da organizzare. Ogni giorno avremo un compito da fare, un servizio da svolgere, una commissione da portare a termine. E ogni giorno potremmo condividere su una piattaforma apposita tutti i nostri risultati con coloro che staranno vivendo la nostra stessa esperienza, mostrando cosa abbiamo scoperto e il percorso che abbiamo fatto per raggiungere quella scoperta.

The Shape of Shadows vuole che sia tua a fare le cosine, con le manine
The Shape of Shadows vuole che sia tua a fare le cosine, con le manine
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Da soli, insieme

La potenza di un’idea come quella alla base di The Shape of Shadows è enorme. In vari punti del globo, a fine estate, persone giocheranno allo stesso gioco, benché diverso, e potranno raccontarsi quello che hanno provato, vissuto durante l’esperienza. Ogni giorno, per un mese intero. Uno spazio interiore intimo ma al contempo collettivo, un viaggio da fare insieme in solitudine. Guardandosi, mostrandosi e raccontandosi, un passo alla volta, un giorno alla volta.

The Shape of Shadows
The Shape of Shadows
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La campagna Kickstarter

La campagna ha già raggiunto il suo obiettivo anche se mancano ancora un paio di settimane. Si tratta di un gioco dove ovviamente la dipendenza dalla lingua è molto alta, ma se per voi questo non è un problema, qui trovate il link alla pagina Kickstarter. Ci sono vari livelli di pledge e alcuni sono davvero molto interessanti, con un costo comunque contenuto per il tipo di esperienza.

Sono sincero, sono tentato. Ci penso, nel frattempo vado a controllare la mia agenda.

 

Lo sai che ora puoi ascoltare i nostri articoli invece che leggerli?

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Nicola Patti

Suo nonno e i suoi amici si mettevano davanti casa per giocare a briscola fino a notte. Lui voleva giocare con loro. E così è iniziato il suo amore per i card games. E poi giochi da tavolo, giochi di ruolo, giochi di ruolo dal vivo, videogames. Se solo non fosse uno dei peggiori strateghi e tattici sulla faccia della terra, se solo avesse voglia di leggere i regolamenti, se solo non fosse sfigato con i dadi sarebbe un ottimo giocatore. Da sempre sostiene che morire giocando è il secondo miglior modo per morire.

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