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PLANTA NUBO | Riusciremo al fine a riveder il verde?

Planta Nubo è l’ultima fatica di Uwe Rosenberg, che per l’occasione si affianca ad Andreas “ode.” Odendahl e Michael “mike” Keller. Pubblicato da Game Builders, Planta Nubo sarà prossimamente disponibile anche in italiano grazie a GiochiX.

Il mondo è privo di ossigeno e il nostro compito sarà quello di contribuire al ribaltamento di questa situazione, grazie all’efficiente realizzazione di grandi giardini posti sulla chioma di enormi alberi. Bene, ora dimenticatevi di tutto ciò e concentriamoci sulle meccaniche di gioco, che sono molte e molto articolate. Nella pratica non sentirete minimamente il bisogno di conoscere alcunché sul tema.

Planta Nubo è un gestionale abbastanza complesso, dove incastrare al meglio tutte le possibilità a disposizione non sarà per nulla facile. Il gioco si fonda su tre elementi cardine, la selezione azioni e la costruzione della propria plancia di gioco, a sua volta composta da due elementi principali.

LA SELEZIONE AZIONI DI PLANTA NUBO

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Le tessere azione saranno disposte a griglia. Ogni turno potremo piazzare uno dei vostri quattro utensili nello spazio tra due tessere. Eseguiremo poi l’azione di una delle due o, una sola volta per round, entrambe. Il tutto fino ad aver usato tre dei quattro utensili a nostra disposizione. La particolarità del tutto sta nel fatto che intorno a ogni tessera non ci potranno mai essere due utensili uguali, massima attenzione quindi a quale piazzare! 

IL GIARDINO

Oltre a selezionare azioni sarà possibile, attraverso il piazzamento degli utensili, anche raccogliere fioriere (ed ecco qua che arrivano i polimini tanto cari al nostro buon Uwe!). Queste saranno piazzate al centro della nostra plancia personale e andranno a comporre un fiorito giardino. Sempre prestando attenzione agli incastri e ai vari bonus ottenibili dal piazzamento. Nel corso del gioco uno dei nostri obiettivi sarà quello di rimuovere i cubetti (fiori, posti sulle tessere all’ottenimento) per far posto alle tessere foresta. Queste ultime garantiranno bonus immediati, rendite ricorrenti e, una volta migliorate, punti a fine partita.

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GIRA LA RUOTA

Sempre sulla plancia personale, e precisamente sull’esterno, troveremo il terzo elemento cardine di Planta Nubo, una grande rondella sulla quale piazzare carte. In specifiche fasi di gioco potremo acquisire carte da usare per comporre questa grande rondella, sulla quale si muoverà un dado a ogni ricevimento di punti energia. Il raggiungimento o superamento di una carta la caricherà con segnalini, utili poi al momento di attivarla. Oltre ad azioni speciali alcune di queste carte forniranno punti a fine partita. Di fatto siamo di fronte a un deck-building mascherato, dove l’aggiunta di molte carte rallenterà la corsa del dado. Meno azioni con più forza contro più possibilità con meno forza, non sarà una scelta banale. Quel che è certo è che una scelta attenta delle azioni, anche in funzione dei movimenti di cui beneficerà la vostra rondella energetica sarà una delle chiavi per mettere in piedi un efficiente flusso di gioco.

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MOLTI ELEMENTI, BEN ASSORTITI

Se tutto questo vi sembra già abbastanza sappiate che non è finita qui. Si tratta solo degli elementi principali. In Planta Nubo ci sono molti altri aspetti minori che vanno a incastrarsi con il cuore del gioco. Il tutto però è perfettamente oliato e funziona in modo ottimale.

Alla prima partita si fa certamente fatica a capire come concatenare al meglio gli elementi e ottimizzare il tutto. Il rischio è di sentirsi un po’ spiazzati, in bilico tra sentimenti contrastanti. Già dalla seconda partita però il riuscire a padroneggiare meglio il tutto sarà sicuramente più appagante.

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IN DEFINITIVA, COME È QUESTO PLANTA NUBO?

Ancora una volta, Uwe si dimostra particolarmente abile quando supportato da altri designer. I polimini non dilagano (in Planta Nubo sono solo una componente, tutt’altro che preponderante) e si miscelano bene con tutto il resto. L’impressione generale è che sia quella di ode. la mano principale nel design del gioco.

Complice anche la durata contenuta e prestabilita della partita (4 round da 4 azioni ognuno) ogni mossa peserà tantissimo sull’economia di gioco. Nonostante questa carateristica il gioco non è particolarmente punitivo e difficilmente costringe in condizioni disagevoli da cui sarebbe difficile uscire. Permette sempre di continuare agilmente di giocare, ma a volte sarà molto ben chiaro che non si stia trovando il bandolo della matassa.

La scalabilità al variare del numero di giocatori, cambiando la dimensione della griglia delle azioni, non influisce sull’esperienza di gioco e non si avvertono storture che ne snaturino il funzionamento.

L’interazione è ben presente, soprattutto dopo la prima partita. Non saranno rare le occasioni in cui usare una specifico utensile per bloccare all’avversario una specifica azione, o acquistare proprio quell’ultima tessera foresta di quella forma al momento giusto per surriscaldare gli animi.

I materiali sono di buona qualità e le plance giocatore dual-layer aiutano a tenere il tutto molto ordinato. Va segnalato però che i componenti sono tantissimi e il setup richiederà molto tempo per sistemarli tutti. Se avete a portata di mano una stampante 3d segnalo questo ottimo inserto, che vi semplificherà non poco la vita.

Sicuramente un gioco che ha bisogno di dedizione e che non può essere goduto a pieno con una sola sporadica partita. Se però state cercando un titolo complesso, con una contenuta dose di interazione non distruttiva, Planta Nubo potrebbe fare al caso vostro.

UNA NOTA SULL’AMBIENTAZIONE

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In apertura ho detto che il tema è praticamente assente, una volta che ci si trova immersi nelle molte meccaniche di gioco. C’è però una nota a margine che è doveroso fare. Nella scatola è incluso un piccolo opuscolo di 20 pagine, assaggio del romanzo che porta lo stesso titolo – e ambientazione – del gioco. Purtroppo nonostante l’edizione a mia disposizione sia bilingue inglese/tedesco l’opuscolo in questione è solamente in tedesco, un po’ scomodo per me che non conosco il teutonico idioma. Non ci è dato sapere al momento se lo troveremo anche nell’edizione Italiana di GiochiX, né se il romanzo uscirà mai in italiano.

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Andy

Figlio degli Anni 80, svezzato a pane e cartoni animati giapponesi, in tenera età scopro la passione per i videogiochi, per arrivare poi finalmente a giochi da tavolo e di ruolo.

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