Peg Pastimes. Ovvero: Segni sulla Polvere.
L’Essere Umano gioca.
Non credo di stupire nessuno scrivendo una frase del genere. Anzi, ritengo di aver detto una banalità piuttosto evidente.
La componente ludica è indispensabile per la crescita della persona (in realtà lo è anche per i cuccioli di altre specie, ma qui ci focalizzeremo per semplicità sulla specie umana). Un bambino acquisisce familiarità con il mondo e le sue strutture e sovrastrutture anche attraverso il gioco, imitando dinamiche, appropriandosi di sistemi comunicativi nuovi, ampliando la sfera delle sue competenze. Questo procedimento va avanti dalla notte dei tempi, permettendo ai nostri piccoli di affinare gli strumenti cognitivi e sociali per affrontare le stagioni della maturità.
L’Essere Umano gioca, dicevamo. Gioca per imparare, ma gioca anche “semplicemente” per diletto, per entrare in contatto, per comunicare, per specchiarsi nell’Altro. Ci sono giochi da tavolo che risalgono letteralmente agli albori della civiltà e sono sopravvissuti fino a noi: giochi che hanno viaggiato nel tempo e nello spazio, solcando mari e deserti, attraversando fiumi e foreste. Di bocca in bocca, di mente in mente, si sono riprodotti, si sono diffusi, regalando all’umanità momenti di gioia, di sfida, di amichevole tensione.
I gioconi che intavoliamo oggi, i nostri mirabolanti kickstarter da centinaia di euro, le miniature iperdettagliate da dipingere e ammirare vengono da lì, da dei sassolini su tavolette intagliate, da dei segni sulla polvere, da dei bastoncini e da delle conchiglie. Ogni tanto gli archeologi rinvengono resti di antichi giochi e ci meravigliamo, dimostrando tutta l’ottusità della nostra modernità: perché l’Essere Umano gioca e ha sempre giocato.
Questo è un po’ il messaggio che sta dietro a un progetto come “Peg Pastimes” di Scott Bultman, una serie di dodici giochi, divisi in due campagne Kickstarter e pubblicati da NewVenture Games. I sei che rientrano nella campagna attualmente attiva sono: Dara dalla Nigeria, Felli dal Marocco, 5 linee dall’Antica Grecia, Konane dalle Hawaii, Len Choa dal Siam e Round the Clock, un adattamento di “Shut the box”.
Un lavoro di raccolta e di riedizione per giochi da tutto il Mondo, da epoche passate, con il solo obiettivo di divulgare quelle che sono le radici della nostra passione. Una vera e propria antologia del gioco, una raccolta di testi “sacri” che vanno a comporre la cosmogonia dei boardgame.
La campagna scade tra un pochi giorni. Se pensate che un ripasso di Storia vi possa servire, cliccate qui.
L’Essere Umano gioca. E giocherà sempre.