Kickstarter 2013-2019: dati consuntivi sulle principali campagne finanziate
Il 16 luglio scorso su Boardgamegeek (link in calce) è uscito un post/articolo contenente l’elenco di tutte le campagne crowdfunding finanziate dal 2013 al 2019, relative a giochi da tavolo, con un valore di fund pari (circa) o superiore ai 500 mila dollari. Tale elenco comprende 207 campagne corredate di editore, importo totale del finanziamento (espresso in dollari) e mese in cui è stato raggiunto il funding (ma solo per quelli dal milione di dollari in su).
Con l’intento di creare un piccolo database con cui osservare le dinamiche avvenute negli ultimi 7 anni in Kickstarter, ho arricchito tale elenco con informazioni prese dallo stesso portale di crowdfunding nonché da Boardgamegeek. Questa aggregazione ha permesso di ricavare dei risultati (più o meno) interessanti che vorrei condividere qui di seguito.
Logicamente i 207 titoli in elenco non possono racchiudere l’interezza delle informazioni e/o essere il perfetto database con cui analizzare l’intero fenomeno Kickstarter (non ha questa pretesa). Ma nel suo piccolo, essendo composto dai titoli più finanziati dal 2013 al 2019, può certo fornire un piccolo “spaccato” rappresentativo di alcune dinamiche avvenute nell’arco del tempo in oggetto.
Prima quindi di esporre qualsiasi tabella vorrei che il lettore tenesse conto della composizione della base dati e delle eventuali razionalizzazioni che si sono rese necessarie per rendere le informazioni confrontabili (nonché della loro significatività). Ogni volta che sarà esposto un grafico inoltre, se necessario, cercherò di indicare quali eventuali assunzioni ho dovuto fare per arrivare a quel risultato.
I NUMERI DI KICKSTARTER
Come prima cosa analizziamo i volumi rappresentati da queste 207 campagne. Dal 2013 al 2019 il numero dei progetti che hanno raggiunto un fund minimo di 500 mila dollari è cresciuto in modo progressivo, così come il numero dei backer e, ovviamente, il totale sottoscritto.
Come si può notare è quasi una progressione a “gradoni” dove, gli anni 2015-2016 e successivamente il 2018 sono stati dei punti di svolta.
Il numero di backer rappresentato nella tabella soprastante deriva dalla mera somma dei finanziatori delle varie campagne per anno. Questo significa che una singola persona può aver finanziato più titoli ed essere stata conteggiata più volte. Anche con questa “tara” è evidente che Kickstarter ha raccolto nel tempo un bacino di utenti sempre più ampio.
Dal 2013 al 2019 si è dunque passati da 12 titoli per un totale di 12 mln di dollari a 56 titoli che hanno raccolto lo scorso anno ben quasi 70 mln di dollari.
Se analizziamo la provenienza dei backer vediamo che, come si poteva immaginare, gli Stati Uniti la fanno da padrone. Dal 2013 al 2019 però, partendo dal perimetro a disposizione (lo ricordiamo), gli USA sono passati dall’essere il 65% del mercato finanziatori al 47% nel 2019. A fare da contraltare a questo decremento è stato il “Resto del Mondo” cresciuto dal 12% del 2013 al 25% dell’anno scorso. Rientra in questa porzione l’Italia che ha rappresentato mediamente (e un po’ miseramente) l’1%.
Su Kickstarter tra i primi 10 Paesi sostenitori generalmente ci sono stati (oltre ai quasi onnipresenti Stati Uniti, Francia, Germania, Australia, Gran Bretagna e Canada), Italia, Spagna, Svezia, Olanda, Norvegia, Belgio e in minor misura Nuova Zelanda, Brasile e Giappone.
Se guardiamo ai nuovi sostenitori confronto a chi già conosceva e utilizzava Kickstarter si può vedere come, per i titoli oggetto di analisi, questi hanno rappresentato mediamente ogni anno il 15% del totale dei backer, tranne per il 2015 dove la percentuale, del circa 30%, risulta praticamente duplicata. Questo dato però deve essere letto con occhio critico: le 207 campagne in analisi hanno rappresentato nel tempo i titoli più “di richiamo” e pertanto potrebbero aver avuto una percentuale maggiore di nuovi sostenitori confronto alla media totale di Kickstarter nello stesso periodo.
La crescita vertiginosa dei “sostenitori di ritorno” invece fa immaginare che dopo un primo pledge, i nuovi sostenitori abbiano continuato ad utilizzare la piattaforma ritenuta “affidabile”, evidentemente, dai suoi utilizzatori.
Tornando all’Italia, i titoli che prevedevano la lingua italiana durante la campagna (inteso dalla completa traduzione del gioco alla mera messa a disposizione del regolamento in PDF) sono stati in questo arco temporale poco più del 10% (su 207 campagne) mentre il totale dei giochi usciti successivamente in retail in Italia sono stati circa il 27% (ma bisogna tener conto dell’accordo CMON/Asmodee).
Naturalmente la progressione dei titoli in italiano o portati in italiano è crescente dal 2013 al 2019.
I GIOCHI
Se guardiamo la tipologia dei giochi che compongono il nostro perimetro possiamo vedere come questa sia molto variegata. Come descritto in calce al grafico, la classificazione deriva da un difficile lavoro di “etichettatura” che ho dovuto applicare ai titoli per poterli aggregare.
La categorizzazione è stata necessariamente fatta per macro settori. Per quanto possibile ho cercato di classificare i giochi secondo la natura dell’esperienza, ma come si può ben comprendere, in uno scenario ludico dove si presentano sempre più giochi “ibridi”, è stato estremamente difficile effettuare una separazione netta. Per chiarire: “avventura” contiene giochi dove l’esperienza deriva da una storia (scenari, avventura, dungeon crawler..); “strategia” rappresenta giochi gestionali, strategici, magari anche con una tematizzazione, ma senza una componente narrativa predominante. Anche così, in alcune occasioni, ho dovuto optare per delle scelte “trancianti”.
Oggetto delle 207 campagne però non sono stati solo nuovi titoli. Dal 2013 al 2019 a superare la soglia dei “500K” sono stati:
Specifico che le 7 espansioni offerte senza gioco base riguardano tutti titoli stand-alone, mentre tra le riedizioni ci sono giochi che hanno avuto una prima campagna di successo (magari con un primo fund sotto i 500 mila dollari) che poi sono stati ripresentati per la ristampa.
Infine, dando uno sguardo nello specifico solamente alle campagne relative ai nuovi giochi, evidenzio che solo poco più della metà di esse hanno riguardato titoli con preponderante presenza di miniature tra la componentistica (cioè sono state campagne condotte puntando in modo importante alla quantità e qualità delle miniature), mentre solo un terzo dei progetti hanno riguardato giochi puramente cooperativi.
Le campagne non ricomprese in questa torta possono aver comunque offerto miniature, ma non ne hanno fatto un largo uso o non hanno rappresentato una componente preponderante dell’offerta.
NON E’ TUTTO!
Come detto, la creazione di questo database ha permesso di estrapolare una serie di dati più o meno interessanti. Tra conferme e scoperte si riesce a intravedere l’evoluzione che il settore del gioco da tavolo ha subìto (o creato) sulla più nota piattaforma di crowdfunding. Ma non è tutto. Il database ci permette di ottenere qualche altro dato interessante, che potete trovare nella seconda parte di questo articolo andando qui.
Non conosci Kickstarter? guarda questo articolo.
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