I Confronti: Le due edizioni di London
Inauguro questa rubrica ponendo alla vostra attenzione un confronto fra le due versioni di London, capolavoro di Martin Wallace.
Ci sono domande a cui l’uomo, fin dai tempi antichi, non riesce a dare una risposta, domande che accompagnano i nostri passi sin dalla nascita e che ci portiamo dentro fino l’ultimo respiro: Da dove veniamo? Perché siamo in qui? Esiste qualcosa dopo la morte? È meglio London della Treefrog o quello della Osprey? Mentre per le prime domande la scienza e la religione possono aiutarci a trovare conforto, per l’ultima purtroppo non esiste una verità assoluta. Non sarò certo io a indicarvi la soluzione, ma consiglio vivamente di approfondire, invece di fare come tante persone che si schierano senza cognizione di causa, solo per sentito dire. Certe cose lasciamole ai Fanboys di Rosenberg col gettonatissimo meglio Agricola o Caverna, che infuria spesso sui gruppi di Facebook.
London è uno dei capolavori di Martin Wallace, autore di cui avrete certamente sentito già parlare, soprattutto per quel gioiello di Brass di cui attendo con ansia la nuova edizione. Il gioco si può definire un city building hand management card drafting, come descritto da BGG, in quanto andremo a costruire la nostra città, mediante l’attivazione di carte che acquisiremo di volta in volta, scartandone altre in una plancia comune e di accesso a tutti i giocatori.
Le differenze
La prima edizione del 2010 edita dalla Treefrog, fuori produzione, presentava due varianti, una standard ed una deluxe. Quella deluxe differisce per la qualità dei materiali, dove troviamo edifici, i tasselli loan e le monete tutti in legno davvero molto belli. Il retro copertina è autografato dall’autore e quest’edizione è stata distribuita in un numero limitato di 1000 copie. L’edizione standard presenta tasselli in cartoncino per gli edifici e le tipiche e tanto bistrattate monete di plastica alla Wallace. Ecco, chiamarle monete è un forte sforzo di fantasia, ma restano comunque un marchio di fabbrica per i giochi del caro Martin.
La seconda edizione del 2017 edita dalla Osprey, presenta un packaging ergonomico, curato nei dettagli e dallo stile ricercato. La suddivisione interna degli spazi permette di riporre le carte in tre scomparti, così che siano divise per un veloce setup. La cosa che d’impatto colpisce è la presenza di altre carte dal retro rosso e con i nomi dei quartieri di Londra, ma ovviamente quello che più sconvolge è la mancanza della mappa, sostituita una piccola plancia per l’alloggiamento delle carte.
Chi ha rubato la mappa!
La mappa non c’è più, ci sono le carte quartiere che assolvono al suo compito. In pratica invece di andare a posare i nostri tasselli edifici su di una mappa, noi acquisteremo una di queste carte da un pool di tre carte e la piazzeremo nella nostra area di gioco. Ogni volta che andremo ad attivare le nostre carte, anche questa verrà attivata se così descritto in basso. Se decideremo di acquistare un’altra carta quartiere, la andremo a posare sopra la precedente, lasciando visibile solo il simbolo a sinistra, bloccandone di fatto gli eventuali bonus di attivazione. Queste costruzioni non vi sgraveranno di punti povertà.
Se questo vi sconvolge, sappiate che c’è ancora dell’altro, sì perché mancano anche i tasselli punteggio. I punti vengono aggiornati direttamente sulla mini plancia, così che tutti abbiano ben chiaro chi sia al comando in ogni momento. Altra piccola differenza sono i loan, i prestiti, che dovranno sempre essere ripagati cinque monete in più, altrimenti arretrerete di sette punti, ma che a differenza della precedente versione, saremo liberi di ripagare ogni volta che inizieremo il turno e non unicamente al termine del gioco. Ogni volta che avremo dei loan e faremo l’attivazione delle nostre carte, subiremo un punto di povertà ognuno.
Ma quale scegliere?
Set di tre carte, corrette in un secondo momento, della nuova edizione. Professionalità impeccabile.
Se dobbiamo tenere conto della reperibilità, ovviamente, la nuova edizione è facile vincitrice nel confronto, ma in un mondo dove esistono negozietti sperduti con fondi di magazzino da far invidia a musei e di un mercato dell’usato sempre vivo, non è impossibile trovare anche la prima edizione. A mio avviso la nuova edizione è preferibile se si apprezza una minore interazione fra i giocatori e se si apprezza un maggiore controllo della partita, ma la vecchia resta affascinante per la mappa e per il senso di crescita che si ha guardando Londra tappezzata di edifici, oltre che per una lotta più serrata sulla mappa.