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Epigoni | Quando le storie si incarnano

Di Epigoni, il Gioco di Ruolo Myth-Pop di Nicola Santagostino pubblicato in collaborazione da Dreamlord Games e NessunDove a Lucca Comics&Games 2022, vi avevamo già parlato all’uscita del Kickstarter, nel Marzo del 2022. Ora che abbiamo il volume tra le mani, possiamo approfondire alcuni aspetti che erano rimasti oscuri. Pochi, in realtà, perché tra le anteprime e il KS decisamente riuscito di questo gioco sapevamo già moltissimo. Anche perché ci era piaciuto davvero molto, grazie anche, dobbiamo dire, alle immagini di Alessia Sagnotti.

In Epigoni incarnerete il figlio o erede di una divinità, di una leggenda o di una figura delle storie che tutti conosciamo. Il fulcro di tutto è questo: sarete dimenticati o diverrete leggenda? Attenzione: questo gioco vi suonerà familiare se avete dimestichezza con la struttura delle storie. Se siete grandi fan dei topoi della mitologia della scrittura (questa farà esplodere il cervello a Nicola e si rimetterà a scrivere…) apprezzerete le centinaia di citazioni contenute nel manuale.

Dichiarazione di genere: MythPop

“Epigoni è un gioco sul potere delle storie e sulla capacità umana di raccontare in continuazione le stesse vicende, senza smettere di trovarci qualcosa di diverso.”

(Oscar Biffi, NessunDove)

Tutti, prima o dopo, abbiamo letto qualcosa e pensato: “Oh, ecco. Di questa cosa conosco TUTTO.
Con Epigoni vi capiterà proprio così, è il senso stesso del termine Mythpop. La parola fa riferimento a un genere Urban Fantasy costruito su dei pilastri che saranno perfettamente riconoscibili a chiunque abiti il XXI secolo. Un intreccio di fiabe, archetipi e leggende metropolitane che costituisce la base della nostra conoscenza comune, dalle origini fino a oggi. Dalle fiabe alle tradizioni locali, dai cartoni animati alle stesse città, tutto viene ricordato, e se viene ricordato diventa leggenda. Oppure no.

Epigoni: il Vecchio e il Nuovo.
Per giocare a Epigoni.

Questo non riassume l’ambientazione, ci arriviamo a breve, ma vi da un’idea di quello che potrete giocare: tutto. Da un’Italia che vive la tensione delle lotte tra il Presidente e i Letterati, all’Irlanda dei Santi Sperduti e dei Sons of Camelot, dagli Arcani dei Tarocchi a una più comprensibile lotta tra i Vetusti e i Giovinastri, capitanati dal Dottor Progresso. Tutto dal punto di vista di novelli Percy Jackson (un po’ cresciutelli a dirla tutta)… o Magnus Chase, se preferite gli Asgardiani. Un po’ come City of Mist, questo gioco è scritto sulle leggende. Il lato positivo: che stavolta non sono leggende raccontate dagli Americani…

Il mondo del Mito

“Ci sono molte storie intessute nella mia tela, Epigone, ma questa volta è la tua che mi interessa.”

Anansi, Dio delle Storie

Il destino di un Epigone è la continua lotta o l’oblio. Epigone viene dal greco “colui che viene dopo”: nel nostro caso significa essere il discendente diretto di un’Entità del Mito. Loki si è divertito con una donna e poi l’ha abbandonata? Morrigan non è riuscita a tenere il pargolo con sé perché sarebbe stato scomodo portare un fagottino così fragile in battaglia? Chi lo sa. Nel frattempo però l’Epigone è cresciuto chiedendosi chi fosse il suo vero genitore. O forse è ignaro, e quando a qualsiasi età viene richiamato a quel mondo sovrannaturale avviene lo Strappo. Nell’ambientazione di Epigoni il mondo delle persone comuni e quello del Mito rimangono nascosti uno all’altro grazie al Velo di Maya. Quando all’Epigone viene concesso di vedere al di là, ecco che il Velo viene ‘strappato’ dai suoi occhi, e niente sarà più come prima.

Un Gioco di Ruolo Mythpop. Sì, ora è chiaro.

Dal momento in cui questa consapevolezza arriva all’Epigone (poi oh, dipende da come te la vivi, avrai solo il Fato alle calcagna, che vuoi che sia), la sua Storia avrà due possibili esiti: quello che vuole lui (o lei) o quello che vuole il Fato. La scelta o desiderio dell’Epigone è detta Archetipo, un ideale a cui ambisce in modo più o meno cosciente, mentre la scelta del Fato è chiamata Stereotipo, ovvero il genere di storia in cui andrà a confluire la sua, in mezzo a moltissime altre. Se l’Epigone riuscirà a vivere abbastanza da incarnare il suo Archetipo diverrà Leggenda (ma a che costo?), mentre se il Fato sarà riuscito a guidarne i passi verrà dimenticato, perché ricadrà nello Stereotipo, una cosa che nelle storie è tutt’altro che interessante.

Il Copperhead System

La meccanica principale del Copperhead System è la Sfida. Tutto, in questo gioco, ha un rango, il che ricorda molto la Regola d’Oro di FateTutto può essere un personaggio“, quindi qualsiasi cosa i personaggi andranno ad affrontare sarà considerata una Sfida. Che sia un ostacolo, un mostro, o una qualsiasi Entità del Mito, bisognerà considerare il suo Rango e confrontarlo con quello del Personaggio. In caso di pareggio il tiro si risolverà lanciando 2d8 e sommando il risultato dei due dadi. In caso ci sia una differenza tra i ranghi confrontati ai 2d8 si aggiungeranno un numero di d8 pari alla differenza tra i ranghi, e poi si conteranno i due risultati più bassi (se il Rango più alto apparteneva alla Sfida) o i due più alti (se apparteneva al Personaggio).

Epigoni: I WANT YOU
I WANT YOU.
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bigo-riquadro

Il sistema di risoluzione del tiro, invece, si divide in tre fasce di possibili risultati: con 7 o meno, situazione in cui l’azione fallisce e il GM assegna delle Conseguenze leggere oppure l’azione riesce ma con Conseguenze Gravi, da 8 a 11, in cui l’azione riesce ma con Conseguenze leggere e da 12 in su, caso in cui l’azione riesce senza conseguenze. Nel Copperhead System generalmente è il giocatore a decidere le Conseguenze, la parte Fail Forward della risoluzione. Ovviamente il GM e i giocatori al tavolo possono aiutarlo qualora, com’è normale che sia, non trovi il giusto spunto. Le Conseguenze sono cambiamenti della scena a sfavore dei personaggi: possono andare da una storta alla caviglia al crollo di un tratto di pavimento, da una maledizione permanente ai sensi obnubilati dall’alcool, e a seconda della gravità avranno una durata e un effetto diverso sul gioco.

Parole Chiave e Oboli

Ovviamente in un sistema che ha un confronto tra punteggi per risolvere il tiro ci dev’essere un modo per applicare bonus e malus. Alla creazione dell’Epigone si attribuiscono al personaggio delle Parole Chiave che riguardano la sua vita e le sue inclinazioni e competenze. Come in altri sistemi che conosciamo, quando una Parola Chiave può essere applicata a favore del tiro il Rango dell’Epigone sale, mentre al contrario se una Parola Chiave (come il Timore, che è lì apposta) può ostacolare il personaggio, ne abbasserà il Rango (per la Sfida specifica, s’intende). Anche descrizioni specifiche (come ‘la stanza è completamente buia’ o ‘sta piovendo fortissimo’) possono alzare o abbassare il Rango della Sfida, e sta al GM renderlo chiaro a tutti i giocatori.

La scheda è l'anima di un Epigone.
“Puoi provare a scappare dal Fato, ma non ci riuscirai per sempre…”

Se la situazione dovesse essere disperata e l’Epigone ne avesse la possibilità, potrebbe infine ricorrere agli Oboli. Un Obolo è la rappresentazione fisica della volontà del Fato al tavolo. All’inizio della partita vengono messi al centro del tavolo un numero di Oboli pari a 4 più il numero di Epigoni in gioco. Questi Oboli saranno contesi tra i Giocatori e il GM attraverso le Sfide del Fato, che decidono a chi andranno gli Oboli. Solo quando saranno stati strappati alle grinfie del Fato gli Oboli saranno a disposizione dei giocatori (o del GM), che li useranno per invocare il proprio Archetipo in una Sfida, attivare Artefatti e Doni oppure ottenere autorità narrativa su una scena.

Copperhead VS Fate

Epigoni nasce dichiaratamente da Fate: se inizialmente voleva esserne un suo Hack, alla fine si è evoluto in modo indipendente, prendendo qualcosa dai Powered By The Apocalypse (somma due dadi e confronta il risultato in una scala che decide come la scena va avanti) e mantenendo alcuni dei concetti fondamentali di Fate. Il che risulta particolarmente appropriato, in realtà, perché il tema del gioco si allinea molto bene con alcune rappresentazioni tematiche di Fate (quelli che erano i Punti Fato e qui sono Oboli, ad esempio, sono perfettamente integrati nell’ambientazione).

Indovinate quante volte ho riscritto questo articolo?
P.S. Poi Nicola ci spiegherà perché proprio i d8.

Ma non solo l’ambientazione, anche gli spunti metanarrativi del sistema sono accentuati da questa commistione. Se in Fate il suggerimento di essere sceneggiatori del proprio personaggio risultava innovativo, in questa ambientazione in particolare, che strizza l’occhio all’essenza stessa delle storie e al tema della scelta, risulta diegetico. Probabilmente se provassimo a trasferire il Copperhead su altre ambientazioni sarebbe meno efficace e risulterebbe meno ‘giusto’ di quanto non lo sia in Epigoni, ma ovviamente è tutto da dimostrare!

Notti Mitiche

Una piccola aggiunta al Manuale Base partorito dal Kickstarter è Notti Mitiche. Nell’anno che ha visto al suo culmine il trend dello Spaghetti Fantasy (sì, parlo di Brancalonia), Notti Mitiche propone uno Spaghetti Urban Fantasy, che riprende il tema e lo ripropone in un passato non troppo remoto: gli anni Novanta. Il tema di questa appendice, che contiene spunti per qualche anno di gioco, probabilmente, è l’avvento dell’innovazione, con una lotta velata-ma-non-troppo tra le tradizioni, o i Vetusti (rappresentati dai Letterati, dalla Memoria di Dante Alighieri, dagli Arcani dei Tarocchi o da Romolo) e i Giovinastri (Punk Boy, Internet e i loro amici del muretto).

Epigoni: il Gatto e la Volpe.
“Sono piuttosto convinta di avere da qualche parte delle foto di quei due…” – Epigone anonima
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Questa è chiaramente una storia che abbiamo già visto, ma è anche una celebrazione del Belpaese, nel suo bene e nel suo male… come tradizione vuole, insomma. Se vi piace la Tradizione allora pescate il Gatto e la Volpe, Scilla e Cariddi e Don Capobastone e andate alla Francavilla più vicina (o Villafranca che sia) per entrare in un Ovemai che vi farà innamorare ancor di più della nostra povera Italia dei media, ricca di storie ma tristemente povera di etica.

In conclusione

Mi trovo a scrivere di questo gioco per la seconda volta, perché da aspirante scribacchina mi sono trovata sulla strada tutte le pietre miliari che Nicola cita nel libro. Il Viaggio dell’Eroe e L’Eroe dai Mille Volti, le opere di Neil Gaiman e quelle di Umberto Eco, e mille altri libri di semiotica e scrittura creativa. Non vi nascondo che ci sono due modi di leggere questo manuale: quello di chi sta ancora sperimentando e quello più cinico di chi ha già visto tutto.

Se siete così disillusi, non prendetelo in mano, perché vi svelo un segreto: le storie sono sempre le stesse. Se invece non vi siete ancora stancati di raccontare di nuovo le storie di mille anni fa, se per una volta sola avete pensato che Thor possa essere il vostro vicino di casa (ogni riferimento ad altri GdR non è puramente casuale), allora questo gioco vi divertirà… a patto che riusciate a trovare in casa vostra un numero sufficiente di d8.

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