ENnies Awards 2024: candidati, opinioni e link al voto!
Gli ENnies Awards (precedentemente conosciuti come Gen Con EN World RPG Awards) sono un premio annuale. Nato nel 2001 e assegnato dai fan ai giochi di ruolo e ai loro editori, che abbraccia ogni aspetto del gioco e del prodotto editoriale.
Il nome del premio deriva dal sito web EN World che ha organizzato, gestito le votazioni e assegnato il premio per le prime 17 edizioni. Oggi EN World è ancora proprietaria del nome, anche se non se ne occupa più dal 2018.
Dal 2002 il premio è assegnato durante Gen Con, la convention più attesa e partecipata dal mondo del gioco di ruolo. Gen Con che ha essa stessa una storia rocambolesca e un po’ assurda sulla sua nascita, magari una volta o l’altra ne parliamo.
Inizialmente focalizzati su prodotti ed editori legati al d20 System, gli ENnies hanno progressivamente incluso tutte le altre forme di giochi di ruolo carta e penna.
Ad ora sono forse il più importante riconoscimento nella categoria.
Come funzionano gli ENnies?
Gli ENnies sono divisi in tre fasi:
Come prima cosa, gli editori iscrivono i loro prodotti, sottoponendoli a una giuria composta da giudici democraticamente eletti per un mandato di cinque anni;
la giuria in questione sceglie fra questi i cinque finalisti per ogni categoria, tranne per “Product of the Year” (prodotto dell’anno) per cui ci sono 10 finalisti. Viene assegnato anche il “Judges’ Spotlight”, una specie di premio della giuria, unica categoria in cui i giocatori non votano;
infine, il pubblico, i giocatori tutti, vota i titoli selezionati attribuendo loro una posizione di gradimento relativo nella loro categoria.
Qui nell’articolo procederemo ad una disamina delle due categorie che, secondo noi Fustellatori, hanno più impatto, ma QUI trovate l’elenco completo di tutte le categorie e le relative nomine. Dategli uno sguardo che alcune sono piene di sorprese!
Partiamo subito!
ENnies: Judges’ Spotlight Winners (Vincitori “Premio della Giuria”)
Joe Blankenship– The Wassailing of Claus Manor, Clear Keep & Plus One EXP
Authors: Mike Martens, Michael Van Vleet, Brian Sago
Wassailing of Claus Manor è un delirante gioco stand alone, che ci mette nei panni della servitù di Casa Claus. Dovremmo cercare di attraversare indenni il periodo delle feste e tenerci il nostro lavoro, mentre soddisfiamo i desideri degli immortali abitanti di Casa Claus, anche i più oscuri. Un twist di orrore e sgomento per quello che potrebbe diventare presto un classico delle feste ai tavoli di molti giocatori di ruolo.
PUNTI DI FORZA:
- Prodotto Stand Alone che basa il suo framework su quello di Trophy RPG, anch’esso vincitore di un ENnies.
- Setting della Magione ampiamente dettagliato, ma pieno di prompt e agganci da discutere collaborativamente al tavolo, così da cambiare la casa ad ogni nuova run.
- Unendo cliché e topoi degli horror e dei film di natale, tiene il suo mood leggero ed assurdo, senza scendere mai nel gore o diventare troppo trash, risultando pappetibile per un vastissimo pubblico
James Surano – Essence 20 Roleplaying System Field Guide to Action and Adventure Crossover Sourcebook Power Rangers G.I. JOE Transformers, Renegade Game Studios
Authors: Ryan Costello, Ben Heisler, Ginny Loveday, Bryan C.P. Steele
Vi ricordate quando da piccoli prendevate dal cesto di giochi Spiderman, Action Man, una Barbie rubata a vostra sorella, il robot patacca comprato al mercatino ed il dinosauro regalato dal nonno e li usavate tutti insieme per giocare? Vi ricordate quanto era divertente? Ecco, questo manuale è esattamente la stessa cosa. Renegade Games Studio ha saputo sfruttare egregiamente le IP dei Power Rangers, dei Transformer e dei G.I. JOE creando per tutti e tre una linea di prodotti vasta ed entusiasmante sotto lo stesso framework originale, l’Essence 20. Ora, con questo manuale, pieno di nuovi sistemi per creare personaggi e minacce “crossover”,si potranno fondere le tre linee, per portare al massimo il divertimento. Ci si domanda ora chi in Italia deciderà di localizzare i prodotti della Renegade, che negli U.S.A. stanno ottenendo ottimi riscontro.
PUNTI DI FORZA:
- E’ il Sacro Graal di chi da piccolo aveva le action figures dei Cobra o tiene ancora gelosamente custodito il suo Optimus Prime da 50 centimetri. La forza delle IP è travolgente, e parla al cuore delle generazioni che hanno pianto alla puntata di “tutti i power rangers rossi insieme”.
- La semplice esistenza di questo libro rafforza la solidità delle tre linee di pubblicazione, che ora hanno un punto di contatto reale. Altro che mettere insieme gli splatbook del World of Darkness!
- Il manuale, come praticamente tutti quelli dell’Essence 20, è un tripudio di colori, immagini e grafiche accattivanti e coloratissime, che riaccendono in ognuno di noi lo spirito fanciullesco ed il legittimo fomento di quando facevamo“pew pew” con la bocca.
Amelia Antrim – OBSCURE: Found Footage Inspired Horror TTRPG, Sunzenaut
Author: Tommy Sunzenauer
Ho partecipato alla campagna su Kickstarter ed ora sono il fiero possessore di una copia di questo interessantissimo GDR. Il Found Footage è uno dei miei generi preferiti nell’horror e OBSCURE riesce con il suo tono e il suo framework a riportare i trope che caratterizzano il sotto genere ad un tavolo da gioco. Meccaniche semplici e snelle, spiegabili in meno di 15 minuti. Creazione dei personaggi facile ed immediata, che ci permette di usare il manuale come un Plug and Play.
PUNTI DI FORZA:
- Grazie ad un framework originale e ad alcune brillanti idee dell’autore, il gioco riesce nel suo compito principale: trasmettere il feeling del found footage al tavolo, facendo crescere l’ansia e portando l’orrore nella storia.
- Grazie ai suoi scenari già pronti presenti alla fine del manuale, organizzare una giocata nella sua interezza richiede meno di 20 minuti, tra lettura dello scenario e preparazione dei personaggi.
- Il manuale di per sé è un prodotto stupendo: il layout è chiaro e altamente leggibile, le immagini sono inquietanti ed evocative, ed ha una chicca STRATOSFERICA: piegando il taglio davanti del volume, si rivela il profilo di un’inquietante creatura.
Tom King – Gods of the Forbidden North: Volume 1, Pulp Hummock Press
Authors: Robert Alderman, Chris Cotgrove, The Scrying Dutchman, Joel Hines
Per quanto mi dichiari un fan del gioco di ruolo a tutto tondo, pronto a confrontarsi con le realtà più tradizionaliste e con le avanguardie più innovative, anche io ho un “tallone di Achille” ed è la mia poca familiarità con alcuni OSR (Old School Renaissance) del mercato, in particolare con Old-School Essentials, di cui ho solo sfogliato qualche volta la versione PDF. Però posso dirvi di cosa sono un grande fan: i setting di ambientazione e le mega-campagne. Questo Gods of the Forbidden North sembra essere proprio un signor campaign setting, e parliamo solo del Volume 1! Un “out of the box” pronto per essere giocato, che contiene centinaia di quest, incontri casuali, nemici e decine di luoghi da esplorare, il tutto corredato da mappe da hex-crawlare come vuole la tradizione.
PUNTI DI FORZA:
- A mio sapere è l’unico prodotto così costruito per il sistema, e strizza fortissimo l’occhio ai vari Dungeon del Mago Folle, Rappan-Atuk e compagnia cantante di mega campagne e mega dungeon da esplorare con gli amici, un prodotto che garantisce mesi di divertimento già pronto, se non anni con i volumi a venire.
- Avere tanto materiale non vuol dire privare il Master della propria libertà: il prodotto è costellato di plot hook, descrizioni del setting e di note “dietro lo schermo” messe apposta per accendere la fantasia del narratore, e rendere questo proibito nord il proprio proibito nord.
- Il layout è pulito e coerente con i prodotti della linea Old-School Essentials, le artworks molte e aiutano a trasmettere il giusto mood. Il PDF è fornito di un indice navigabile necessario per orientarsi nella gargantuesca quantità di materiale.
Shauna Ratliff – CHEW: The Roleplaying Game, Imagining Games
Authors: Pete Petrusha, Justin Forest, Justin Ford, Steve Dee, Joseph Weaver
Trattandosi di un gioco tratto dall’omonimo fumetto della Image Comics, non c’è da stupirsi che il suo tratto forte sia il setting. In un mondo in cui una variante brutale della aviaria ha ucciso più di 100 milioni di persone, la carne di pollo è diventata illegale. In America ora, gli agenti dell’FDA (Food and Drugs Administration) operano per combattere il mercato nero di pollo, una piaga peggiore dello spaccio di droga nel paese.
Saremo infatti chiamati a vestire i panni di agenti dell’FDA pronti a combattere il crimine, usando non solo i mezzi forniti dal governo, ma anche sfruttando i nostri unici quirk: potremmo giocare cibopatici capaci di rivivere memorie mangiando il cibo, cyborg all’avanguardia, tortaespaderos capaci di brandire nachos come armi letali, o agenti giunti dal futuro per cambiare il corso della timeline. Si, l’ambientazione è densa di queste stranezze che la popolano e la caratterizzano. È un Forged in the Dark, si appoggia quindi sul solido Framework di Blades in the Dark, ma propone un’alta personalizzazione del nostro agente, combinando playbook, beat (ovvero COME lavoriamo con l’FDA) e quirk (ovvero il nostro punto “forte e strano”).
PUNTI DI FORZA:
- Un setting molto dettagliato, forte delle pubblicazioni e del successo del Comic, che ci dipinge in maniera accurata lo strano mondo di Chew. Colorata e macabra, violenta e ironica, l’IP non si limita a raccattare chi è già fan del prodotto, ma riesce ad incantare nelle poche pagine di apertura, invogliando anche chi è digiuno a indugiare sul goloso setting di Chew.
- Trattandosi di un Forged in the Dark il framework risulta solido e stabile, capace di accogliere le piccole modifiche per cambiare i colpi in indagini e i nostri cari ladri in strambi agenti dell’FDA. Chiunque abbia anche solo fatto un paio di sessioni con un altro FitD si troverà subito a casa.
- Il mix tra Playbooks, Approaches, Beats e Quirks riesce a creare personaggi iconici che hanno il loro spotlight dedicato, permettendo a tutti di avere il momento in cui brillare e la propria specializzazione. Due playbook identici come “Veterano” potranno essere usati per creare sia un agente ufficiale estremamente ligio alle regole che usa la sua cibopatia per indagare, che un violento agente rogue esperto in tattiche ninja.
Proseguiamo quindi con il vero piatto forte…
ENnies: Product of the Year (Prodotto dell’Anno)
CBR+PNK: Augmented, Mythworks
Il fantastico e minimalista lavoro della Mythworks, portato in Italia dalla Grumpy Bear, combatte giustamente per il suo posto nella classifica. Il setting cyberpunk, con il suo slang e i suoi cliché, ha un posto permanente nel cuore dei giocatori di ruolo. Inoltre con il molto materiale extra, sia ufficiale che fanmade già uscito per il gioco, le potenzialità dell’ambientazione sono esplose.
Trattandosi di un Forged in the Dark, ha un framework stabile ed efficiente, asciugato anche della parte relativa al downtime tra un colpo e l’altro, visto che CBR+PNK è fatto unicamente e principalmente per narrare one shot. Il prodotto fisico, contenuto nella sua pratica scatolina e consultabile nei suoi dodici pamphlet a quattro ante è curato e particolare, ed il suo formato è già diventato “simbolo” delle produzioni affiliate (per onore di cronaca, non è il primo né l’ultimo gioco ad optare per questo tipo di impaginazione, ma sicuramente è uno dei più famosi ad averlo fatto).
PUNTI DI FORZA:
- CBR+PNK si erge sulle spalle di giganti, non avendo bisogno di più di una manciata di righe per trasmettere il mood ed il setting Cyberpunk, che essendo ridotto all’osso si piega bene ai gusti e alle necessità del master. Che preferiate “La notte che bruciammo Chrome”, “Neuromante” o siate dei fan sfegatati di Johnny Silverhand, CBR+PNK è il Cyberpunk che fa per voi. Dall’altra parte però, chi è completamente digiuno del setting, potrebbe non trovare abbastanza materiale nei pamphlet, facendo ricadere il lavoro sulle spalle del master.
- La natura di FitD è perfetta per il gioco. La meccanica dei colpi, il posizionamento, le azioni disperate e le loro conseguenze sono ottime meccaniche che si trasformano in strumenti narrativi, capaci di trasmettere ai giocatori cosa voglia dire davvero “correre sul filo del rasoio”. Però, esattamente come per la questione setting, l’estremo minimalismo del prodotto può risultare non sufficiente a chi non ha letto Blades o almeno un altro FitD, non permettendo di comprendere appieno la filosofia dietro al framework.
- La semplicità del prodotto e la sua immediatezza hanno da subito creato una community attiva e coinvolta, che sta generando sia materiale da terze parti che completamente fan made. La stessa Mythworks sta rilasciando nuovi pamphlet, come il fantastico PRDTR, per introdurre la minaccia dei Predator (si, gli alieni, quelli del film con Schwarzenegger) nelle proprie giocate.
Eat The Reich, Rowan, Rook and Decard
Il trio RRD non ne sbaglia una: dopo i successi ed i riconoscimenti di Spire e Heart, partecipano alla competizione con il loro violento, folle, goth e tarantiniano gioco di ruolo. Come testimoniano le nomine sia in Miglior Cover che in Miglior Interni, il manuale si presenta come una raccolta colorata, delirante, psichedelica e bellissima di sangue, budella e nazisti da ammazzare. Il gioco in sé per sé si racconta con poche frasi: tutti i giocatori interpretano dei vampiri, creature soprannaturali che si nutrono di sangue. Mobilitate dunque dalle forze Alleate con un solo scopo: liberare Parigi dalla morsa nazista, e prosciugare Adolf Hitler.
La struttura del manuale è un ibrido tra una campagna ed un legacy, con i vari step da affrontare ed i vari nemici da scannare per arrivare al centro di Parigi. Il framework originale, di facilissima spiegazione e praticità, è incredibilmente cinematografico e si presta perfettamente al tono del gioco: esplosivo e gore, ma anche molto dissacrante nella maniera in cui racconta la minaccia tedesca. Metal Slug incontro Wolfenstein e Vampiri, con un ricco contorno di Bastardi Senza Gloria.
PUNTI DI FORZA:
- Personaggi pre generati da cui scegliere, poche regole che si spiegano in meno di 10 minuti, Eat the Reich è un perfetto Plug and Play, da portare agli amici che ancora esitano a provare i giochi di ruolo, come alternativa quando la main campagna è ferma, oppure in fiera come prodotto da far conoscere. Veloce, violento e divertente.
- La semplicità delle premesse non vuol dire un setting povero: seppur in poche pagine, l’ambientazione vibra di dettagli e chicche incredibili. Le bare da incursione, le suore che forniscono il loro sangue per potenziare i vampiri, la divisione F.A.N.G. per la gestione della risorsa sovrannaturale, gli Ubermensch mutati schierati dal partito Nazista. In poche pennellate, Rowan Rook and Decard ci raccontano la loro pazza versione del secondo conflitto mondiale, fatta di armi sperimentali, fantasmi vendicativi, tanto piombo e tanto, tanto sangue.
- Esistono dei giochi che, per come sono fisicamente fatti, per il prodotto finale che è il manuale da sfogliare, vale la pena possederli. Solo per quanto sono belli. Anche solo per leggerli. Anche solo per tenerli sulla mensola e non giocarli mai. Eat the Reich è uno di questi.
Koriko: A Magical Year, Mousehole Press
Jack Harrison, l’autore di Koriko e responsabile della Mousehole Press, non scrive giochi di ruolo. Scrive lettere d’amore. Lettere a volte lunghe, a volte arzigogolate, ma piene di cuore, che trabocca dai suoi prodotti e tocca inevitabilmente la nostra sensibilità. Grazie a NessunDove, in Italia sono arrivati due suoi precedenti lavori: “Chi di spada ferisce” (in originale “The Slow Knife”) e “Orbital”. Entrambi prodotti molto distanti dall’immaginario collettivo del gioco di ruolo, sono prodotti potenti, capaci di raccontare storie da punti di vista inaspettati, e con il giusto mood al tavolo, di veicolare grandi emozioni. I suoi framework, sempre unici e originali, sono poco invasivi, ma pensati avendo sempre per prima cosa in mente il valore della storia.
Da quello che vedo, Koriko: a Magical Year, non è da meno. Si tratta di un solo journaling RPG, in cui nei panni di una streghetta in viaggio, passeremo un anno nella sconosciuta città di Koriko. Vivremo il nostro incontro con la città e gli abitanti che la popolano, attraverseremo le stagioni e alla fine dell’anno arriveremo a decidere se diventare degli abitanti stabili di Koriko, tornare al nostro paese d’origine, o partire verso nuove avventure.
La scatola, i tarocchi, i dadi di legno, i disegni, la palette dei colori, tutto nel prodotto è in grado, ad un solo sguardo, di trasmettere quel senso agrodolce legato alla nostalgia di casa. Questi solo games non sono esattamente la mia tazza di tè, ma ne ho provati alcuni, e Koriko rientra in questo elenco, che sono quasi dei “balsami per l’anima”. Apri la scatola, inizi a giocare, giri i tarocchi per far scattare i vari prompt, e ti metti a scrivere. Per un paio d’ore, sparisci nei vicoli della magica Koriko, prima di scrivere la lettera al tuo mentore, per raccontargli qualcosa delle tue fantastiche avventure.
PUNTI DI FORZA:
- Koriko: A Magical Year è candidato anche nella categoria “Best Production Values” e per ottime ragioni. Il manuale, la scatola, i dadi di legno, il portadadi, il mazzo di tarocchi. Per non parlare poi della qualità dei disegni, che a prescindere dai gusti, riescono perfettamente a trasmettere il mood ed il colore del gioco stesso. Un prodotto che vale la pena avere nella propria libreria.
- Non penso di dovervi convincere nel caso siate già fan dei “solo games”, ma se come me siete degli scettici, vi consiglio di provarlo: l’esperienza che regala, che è molto distante dalla nostra idea base di gioco di ruolo, è in grado di fornire un altissimo livello di immersività. Tra una giocata e l’altra, vi capiterà di ripensare a quanto accaduto tra le strade di Koriko, come si ripensa ad un sogno o ad un film che da bambini ci ossessionava.
- Se vi piacciono i toni pastello, l’odore del tè, se considerate Kiki consegne a domicilio una pietra miliare dell’animazione, se sognate di avere un gatto famiglio ed un cappello a punta, Koriko: A Magical Year è il prodotto che fa per voi, per non dire che il prezzo per la Boxed Edition è secondo me convenientissimo rispetto ai materiali che contiene.
Not The End, Mana Project Studio
Nel mercato italiano Not The End oramai è diventato un prodotto largamente conosciuto tra i fan del settore, e lo si trova spesso portato nelle fiere (nella sua forma “pura” o attraverso altri giochi che montano il suo framework, come ad esempio Kinghts of the Round: Academy).
Tecnicamente il nome del framework è HexSys, ma è mia opinione poter affermare che Not The End È il framework che monta, trattandosi di un manuale (volutamente e giustamente) spurio di setting. Le regole che porta sono molto interessanti: la grafica delle schede è all’apparenza complessa, ma anche un novizio è in grado di padroneggiarla entro il termine della prima sessione. Molto interessante come la “rete” di esagoni e connessioni che ricoprono il foglio sia un pò la radiografia narrativa del nostro personaggio. Con un singolo colpo d’occhio, l’identità del personaggio descritto è immediatamente evidente, così come le sue peculiarità narrative, una cosa impossibile da fare con le schede di altri giochi “tradizionali”.
Ottimo il capitolo che descrive come creare il proprio setting, strumento fondamentale per chi vuole portare Not The End al proprio tavolo. A livello estetico, il manuale presenta questo interessante formato quadrato in cartonato, ed è arricchito da alcune illustrazioni “splash pages”, che aprono i capitoli rendono più godibile la lettura, anche se il pezzo forte del prodotto è il contenuto “scritto”: HexSys è una ventata di aria fresca. In Italia il suo soffiare ha già portato alcune interessanti conseguenze, speriamo ora che il vento si alzi anche a livello internazionale, con la sua tradizione in inglese.
PUNTI DI FORZA:
- La presentazione di un framework originale, esteticamente e narrativamente caratterizzato, su cui speriamo presto di vedere molti altri manuali poggiarsi (grazie anche alla scelta di FUMBLE di proporre il prodotto sotto “Creative Commons”). Speriamo che a breve HexSys diventi uno di quei sistemi “pervasivi” del panorama del gioco, a parti di PbtA o FitD!
- Un intero capitolo, “Narrare le storie”, che spiega non solo al Narratore quale ruolo dovrà ricoprire al tavolo, ma presenta la “filosofia” del sistema, che il tavolo può (e DEVE secondo me) fare propria, per poter sfruttare al massimo lo strumento proposto.
- Presentare un manuale privo di setting specifico nel mercato, per quanto mi riguarda, è spesso una sfida ed una decisione coraggiosa. Quanti prodotti si vendono per la forza delle IP che rappresentano, o per la caratterizzazione dei loro setting, al di là di tutto? Queste scelte coraggiose vanno, secondo me, sempre premiate. Personalmente spero che in questi ENnies il team FUMBLE trovi il riconoscimento che merita.
Outcast Silver Raiders Box Set, Esoteric Ludology LLC
In qualche bizzarra maniera Outcast Silver Raiders (il cui acronimo è non casualmente OSR) e Shadowdark sono due facce della stessa medaglia. Medaglia che rappresenta l’attuale panorama dei giochi appartenenti alla corrente dell’Old School Renaissance (OSR appunto). Shadowdark fa del suo framework il suo punto forte, presentando un layout asciutto, degli artwork semplici, ma di effetto, e una scarna ambientazione, ridotta al “minimo” per ospitare la visione del narratore. Outcast Silver Raiders è tutto l’opposto: grazie al fantastico lavoro dell’illustratore Kim Diaz Holm, noto sui social per la sua attività come illustratore di concerti metal, il mitico, occulto, medievale e violento nord prende vita, artwork dopo artwork, descrizione dopo descrizione, mappa dopo mappa (e qui dobbiamo ringraziare anche l’incredibile bravura del cartografo Lex Rocket).
Infatti Shadowdark è stato nominato anche nelle categorie “Best Rules” e “Best Game”, mentre Outcast Silver Raiders vanta la sua nomina nella categoria “Best Setting”. A livello infatti di framework Outcast Silver Raiders non mostra nessuna particolarmente eccitante innovazione: come molti prodotti OSR si discosta tanto dalla magia vanciana (ovvero quella riportata nei famosi libri fantasy di Jack Vance, autore preferito di Gary Gygax, motivo per cui è di fatto la stessa magia del gioco di ruolo più famoso al mondo), presentando invece necessari sacrifici di sangue per compiacere le volontà di un daemon, oppure complessi rituali da svolgersi in precisi momenti della notte, con una lunga e complessa lista di materiali da reperire. Introduce tre classi giocabili, profondamente diverse tra di loro, ed un sistema di risoluzione del conflitto proprio al genere. Non esattamente da brividi dietro la schiena.
Infatti, nel Box Set il manuale che la fa da padrone è “Mythic Nord”, il manuale di ambientazione. Ancora una volta, le illustrazioni di Kim Diaz Holm sono fondamentali per raccontare di questi outcast che si ribellano allo status quo fatto di nobilotti e uomini di chiesa, pronti a tutto pur di ottenere quello che cercano.
PUNTI DI FORZA:
- Tre manuali pieni di informazioni compongono il Box Set, tutti e tre egregiamente illustrati, vi invito a farvi un giro sul loro sito o su quello di Exalted Funeral, prima di andare a seguire il talentuoso Kim Diaz Holm su Tiktok, dove produce quotidianamente fantastiche e grottesche opere d’arte, impregnate della cultura e del folklore nordico.
- Il gioco è rapido, efficace e intuitivo. Nel giro della prima sessione i giocatori saranno diventati padroni del framework, rendendo il flow delle sessioni coinvolgente e accattivante.
- Il prodotto, seppur nasca avendo in mente il mondo dell’OSR, grazie ai capitoli opzionali presenti nel “Referee’s Compendium”, può facilmente essere utilizzato per convertire e supportare materiale proveniente dalla quinta edizione di Dungeons&Dragons, rendendo il prodotto molto appetibile per chi vuole provare il suo primo salto verso qualcosa di nuovo, partendo dal gioco di ruolo più famoso del mondo.
Outgunned, Two Little Mice
Due piccoli topini. Mica tanto piccoli, vista la loro capacità di macinare e portare sul mercato italiano e internazionale prodotti su prodotti. Infatti non sono di certo estranei a trovarsi in una nomination degli ENnies. Basta guardare ai loro successi con Broken Compass e Household. Questa volta i Two Little Mice ci portano una nitroglicerinica valanga di violenza, kung fu, pistole ed esplosioni. Outgunned è una lettera d’amore a Mission Impossible, il primo Rambo, The Expendables, Kingsman e, su tutti, John Wick (principale ispirazione del manuale di setting “World of Killers”).
Outgunned monta un framework originale, il Director’s Cut, che premia la velocità, la cinematograficità e la spettacolarità delle azioni. Questo si traduce in una serie di meccaniche semplici, ma d’impatto, che riescono a tenere sempre i giocatori “sul bordo della sedia”. Interessante anche il fatto che la “meccanica cuore” dei tiri sia quella di ottenere, coppie, tris o poker di numeri uguali per riuscire o no nelle proprie azioni. Ho personalmente partecipato al kickstarter di lancio del gioco, e vi posso dire che dal punto di vista dell’oggetto fisico il manuale è d’impatto: la cosa che preferisco è la cover, con la “protagonista” sotto tiro da decine di pistole, diretto omaggio al poster di lancio di John Wick 2.
PUNTI DI FORZA:
- Il Director’s Cut è un sistema “dal pavimento basso e dal soffitto alto”. Le meccaniche necessarie per diventare familiare con il gioco sono poche, ma le niche e le possibilità di personalizzazione, soprattutto integrando gli Action Flicks, World of Killers o il recentemente kickstarterato Outgunned Adventure, sono moltissime, invogliando anche alla rigiocabilità.
- Il manuale fornisce ottimi consigli per tenere alta l’adrenalina e riuscire a portare al tavolo il giusto livello di ritmo per un gioco che vuole essere sempre al cardiopalma. Unica pecca: questa “responsabilità”, per quanto condivisa dal tavolo, per la struttura stessa del gioco ricade principalmente sulle spalle del regista, ovvero il Master, che deve farsi le ossa per imparare come evitare tempi morti e passare velocemente da una scena importante a quella dopo.
- Torno a parlare degli Action Flicks, manuali pieni di micro-hack, ruoli extra e personalizzazioni al setting, che danno a chiunque la possibilità di trovare il “proprio” Outgunned. Wuxia, Teen-story, Sci-fi, evidenti citazioni ad Harry Potter, la Marvel o Ghostbusters. Se Outgunned è il “corpo” su cui si basa il lavoro dei Two Little Mice, gli Action Flick ne sono l’anima, che permettono a tutti di trovare la propria maniera di godere Outgunned.
Salvage Union, Leyline Press
Salvage Union, localizzato da noi dalla Need Games, è forse uno dei più interessanti take sul classico “gioco coi robottoni”. Non combattenti per la pace o difensori dell’universo, ma cercatori di una landa post-apocalittica. Letteralmente spazzini e riciclatori, sempre a caccia del rudere o del rottame da salvare. Ma su tutto, siamo ribelli (o ancora meglio visto il titolo del gioco, sindacalisti!). Il mondo fertile è proprietà delle megacorporazioni, che in cambio del placido benessere, ci vogliono parte del sistema. A qualcuno però la cosa non sta bene, e preferisce la difficile vita sugli avamposti semoventi chiamati “Crawler” (che nel manuale sono rappresentati come degli AT-AT messi insieme da un fanatico delle saldature diy), difficile, ma libera.
Lo scopo è quindi quello di cercare costantemente rottami con cui riparare e rinforzare il nostro traballante AT-AT, tenendo al sicuro tutti i PNG (amici, familiari e molto altro) che ci vivono sopra. Il framework infatti mette l’accento sia un sistema di gestione risorse, che sull’enorme personalizzazione dei nostri mech, ponendo un accento piuttosto tradizionale sul framework, con a chiudere il tutto classi base, ibride e abilità personalizzabili.
PUNTI DI FORZA:
- Hai un insoddisfabile prurito mecha, ma sai che non puoi proporre al tavolo la quarta campagna a Lancer pena la pubblica esecuzione? Salvage Union fa per te! Il framework del gioco unisce elementi pesantemente “trad” ad idee più moderne, come la gestione della comunità del crawler.
- Il manuale dedica moltissimo spazio al setting, parlando chiaramente della guerra che ha portato il mondo alla condizione attuale, e parlandoci delle conseguenze che hanno sconvolto il pianeta. Spunti, indicazioni e chiare direzioni aiuteranno i vari Master a raccontare il difficile mondo nella landa desolata.
- Una robusta sezione dedicata al DMing, così come una lunga lista di PNG pre generati e uno scenario completo, rendono il manuale uno strumento prezioso, che fornisce tanto ai giocatori quanto al master i giusti strumenti per gestire il flow della narrazione. E i disegni so’ffighi oh.
Shadowdark RPG, The Arcane Library
Come detto anche in Outcast Silver Raiders, Shadowdark giunge sulla scena OSR per fare casino. Internet è pieno di gente che si spertica sulla qualità del prodotto, ed ora che anche io sono riuscito a mettere le mie zampe sul pdf, capisco perfettamente il perché. Non avrà il fattore estetico di Outcast Silver Raiders. Non avrà la profondità di setting di The Valley of Flowers.
Ma il framework ragazzi!
Se Outcast dedica una piccola porzione del suo manuale del narratore per creare un ponte con gli appassionati di D&D, Shadowdark fa della sua natura di “ponte” il suo segno di riconoscimento. Il suo sigillo d’onore. Quattro classi, estremamente familiari: guerriero, chierico, ladro e mago. Sei statistiche, le stesse del gioco più famoso del mondo, tirate alla vecchia maniera (3d6 e a chi tocca, tocca!). Pochi punti vita, da una parte come dall’altra: il combattimento così è rapido, brutale e letale. Niente abilità, ma solo tiri di caratteristica, spogliando il gioco di una sovrastruttura che, in Shadowdark, risulta inutile. Ma c’è tanto e tanto altro di cui parlare: il fatto di essere SEMPRE in iniziativa, i tiri di morale dei mostri, la magia non vanciana, ma caotica, potente e pericolosa.
E’ chiaro perché vediamo Shadowdark candidato anche nella categoria “Best Rules” e “Best Game” e a giudicare dal clamore che il gioco ha fatto e continua a fare sulle più importanti board “dell’internette”, è anche uno dei cavalli favoriti di questa corsa.
PUNTI DI FORZA:
- Il fatto che la parte forte del prodotto sia il suo contenuto creativo, non vuol dire che il manuale in sé per sé non sia un bell’oggetto. Candidato anche nella categoria “Best Layout and Design”, Shadowdark presenta un layout asciutto, ma d’impatto, che non sfigura accanto a manuali dalla più “pesante” presenza artistica.
- Shadowdark riesce in una magia rara e potente: conosce bene il suo pubblico, parla al suo cuore e riesce quindi a piacere a tutti, risultando appetibile tanto al fan di D&D che cerca una nuova piattaforma, quanto al collezionista hardcore di OSR, che cerca un nuovo titolo da provare.
- In pieno stile Old-School Renaissance, Shadowdark vomita sul suo lettore una pletora di mostri, oggetti magici, magie, trappole, equipaggiamenti e la cosa più importante e caratteristica di tutte: tabelle per la randomizzazione di praticamente qualsiasi cosa.
The Valley of Flowers, Phantom Mill Games
Penso di poter riassumere il mio pensiero su “The Valley of Flowers” con il seguente pensiero: la versione PDF sul loro sito, fino alla fine del mese è in sconto. La si acquista quindi per otto euro e novantacinque centesimi. Prendete questo manuale!Il prodotto nasce per titoli di stampo OSR, in particolare fornisce stat di “mostri e trappole” specificamente per Old-School Essentials e Cairn.
Se del primo, come anche scritto sopra, sono piuttosto digiuno, del secondo invece ho esperienza diretta, e The Valley of Flowers attinge a Cairn proprio per una delle sue migliori meccaniche: la gestione delle reliquie (ovvero gli oggetti magici). Il manuale è lungo (sfiora le 150 pagine) e descrive nel dettaglio 6 macroluoghi di Gnolune, ognuno con i propri dungeon, le proprie minacce e le proprie fazioni. Interessante anche la vastità del “range” che il setting presenta: al di là del nome, a Gnoline non c’è solo natura, ma anche espansi ambienti periferici o urbani, come Cimbrine, la capitale del regno.
Cavalieri, insetti cavalcabili, patti con le fate, dei ubriachi esiliati in vigne, miniere maldette e molto altro. Se siete appassionati di quei setting si fantasy, ma fiabeschi, legati a doppio filo alle leggende popolari e ai miti cavallereschi, troverete molto materiale interessante in questo libro. Che poi è solo il Volume uno!
PUNTI DI FORZA:
- Quando si dice fare di necessità virtù: la Phantomville Games ci presenta un volume curato nel layout, costellato di artwork non originali, presi da quadri, mosaici e affreschi del passato, che aiutano a dare il giusto tono medievale e fiabesco al setting.
- Il materiale è curato, soprattutto nei suoi molteplici “hook” di trama, che rendono il manuale ben sfruttabile in qualsiasi gioco OSR, e con poco sforzo, in qualsiasi tradizionale.
- Dungeons, mappe e incontri. Tranelli, trappole e imboscate. Il volume è pieno di materiale suggestivo, che accende la creatività di chi lo consulta, volendo già espandere i confini di Gnolune.
Vampire: The Masquerade 5th Edition The Book of Nod Deluxe Artifact Edition, Renegade Game Studios
Come Fustellatori quando scriviamo una recensione o un approfondimento come questo, ci diamo dei valori, consci che le parole sono importanti, ed è molto, molto facile sputare nel piatto in cui si mangia per fare bella figura. Crediamo fortemente che per parlare bene di qualcosa, non si debba per forza parlar male di un’altra. Crediamo che vi debba sempre essere rispetto del lavoro altrui, e che anche se una cosa non ci convince o non ci piace pienamente, dall’altra parte ci sono persone che si sono impegnate per realizzarla. Crediamo che il diritto alla critica sia fondamentale, ma piuttosto che scrivere un pezzo di soli aspetti negativi, a volte è meglio semplicemente non dire nulla.
Esistono però delle eccezioni a queste regole deontologiche.
The Book of Nod Deluxe Artifact Edition, è una di quelle.
Sono, come immagino molti dei lettori che ci seguono, un collezionista, e comprendo pienamente il valore di un’edizione deluxe.
Sono, come immagino molti dei lettori che ci seguono, un fan della lore dei giochi che compro o a cui gioco. In particolare, sono un fan sfegatato della lore e delle storie contenute nel World of Darkness. Forse con una faziosa e gerontofila preferenza verso la revised piuttosto che la quinta edizione. Ma il centinaio di manuali che appesantiscono la mia libreria, così come le due copie del Libro di Nod, in inglese ed in Italiano, testimoniano il mio appartenere ad una fazione che di sciocchezze, sul Mondo di Tenebra, ne ha viste tante e ne ha perdonate tante.
L’unica cosa che riesco a pensare di questo prodotto è: ma che diavolo è? E a che diavolo serve? Soprattutto, perché diavolo è in questa lista? Posso capire la nomina in “Best Aid/Accessory – Non Digital” oppure in “Best Production Values”, ma, diavolo, veramente prodotto dell’anno?
Nella vostra mente potete sostituire “diavolo” con parole più colorite.
Capisco che tra i valori e i parametri che i giudici prima, ed il pubblico poi devono tenere presenti, vi sia anche quello estetico. Io stesso, in molte delle descrizioni precedenti, ho sottolineato quando un manuale era anche un oggetto bello, una produzione fisica interessante e accattivante.
Capisco anche la volontà di creare un prodotto di lusso, unico e particolare, da dare in mano ai collezionisti più hardcore. Capisco la volontà di stupire i propri giocatori al tavolo, consegnando una copia “in game” del Libro di Nod, o alcuni dei suoi più famosi passaggi (si tratta in fondo di un libro appartenente in primis alla fiction del gioco).
Per quanto non ne sia un grande fan, capisco il valore di una cosa come il “MASKS OF NYARLATHOTEP – GAMER PROP SET”, la raccolta fisica dei prop di una intera campagna raccolti in una comoda scatola. Il Gamer Prop Set, vincitore degli Ennies 2019 proprio come “Product of the Year” sicuramente aiuta e arricchisce l’esperienza della famosissima campagna di Call of Cthulhu, trasportando i giocatori negli esotici luoghi in cui si muovono i loro alter-ego. Per non dire poi che stampare in quei formati, a colori, su quei supporti, tutto quel materiale probabilmente porta ad un costo complessivo molto simile a quello del box già completo. Fatevelo dire da uno che con la carta ci lavora tutti i giorni.
Ma qui non si parla di un box, o di un contenuto completo, legato ad una campagna, o più generalmente legato a qualcosa. Qui, evidentemente, regna il nulla.
Mi rendo conto che si tratta di un mio limite, ma non riesco a trovare un senso a questo prodotto. Tralasciando il prezzo, che trovo inadeguato, non ne capisco proprio il contenuto. Cosa ci dovrei fare con la riproduzione di un teschio? Con il timbro? Quale trama dovrebbe fiorire dalla decina di foto del povero immortale Aristotle de Laurent? Con il ciondolo? Con i cartoncini con stampati sopra singolarmente i vari proverbi contenuti nei testi? Mi sembra una pila di roba semplicemente messa una sopra all’altra per arrivare a creare una “roba”. Si d’effetto, ma privo di anima e di scopo.
Per non dire che, a fronte dei vari cambiamenti raccontati nei Diari della Jihad di Beckett riguardo al cosiddetto fluff del gioco. Servirebbe proprio una rilettura dei testi di Nod, per integrarli con le “verità” delle Gehenna Wars. Non so se sia un problema di diritti, ma non avrebbe fatto un soldo di danno inserire anche altri dei testi “in game” legati alla lore di Vampiri, sia Revelations of the Dark Mother sia The Erciyes Fragments, o vista la recente pubblicazione di Hunters, anche Hunter: Apocrypha.
Non ho punti di forza da elencare, se non dire che, a mio giudizio, “Prodotto dell’anno” dovrebbe dare lustro a quelle forze, a quei prodotti, a quei giochi e a quelle esperienze che rendono grande il nostro hobby, che lo mandano avanti. Dovrebbe aiutare quelle produzioni che saranno in grado di lasciare un segno importante nella storia del gioco di ruolo, non di certo per questo.
Questo è il tuo momento! Vota per gli ENnies!
Quest’anno ci sono diversi candidati italiani, noi facciamo il tifo per loro e li abbiamo votati, puoi farlo anche tu!
Adesso è il momento giusto per votare, puoi farlo a questo link.
Ci aggiorniamo ai primi di Agosto per conoscere i Vincitori!