Bivouac. Ovvero: piazzamento papaboys
Io amo il campeggio. Non si direbbe ma è così, credeteci. Ho iniziato con i campi scuola ai tempi della parrocchia: con i miei amici papaboys andavamo nei boschi e per una settimana cantavamo, pregavamo e ci divertivamo un sacco. Il momento più bello era la sera, attorno al falò, quando ci rilassavamo, qualcuno suonava, qualcuno dormiva, qualcuno pomiciava. Io nessuna delle tre, ma stavo davvero bene, con i miei 15 anni, i miei 90 chili e i 1000 brufoli. In seguito, da più grandicello, la tenda da campeggio era lo strumento principale per andare a giocare di ruolo dal vivo. Esperienze molto diverse, a parte il divertimento e la bella gente. Molti meno papaboys però. Mi chiedo a questo punto quanti papaboys ci sono dentro Bivouac.
Bivouac, il gusto di vincere gestendo un campeggio
Bivouac, gioco di Kris VanBogelen, è un piazzamento lavoratori ambientato in un campeggio ultra accessoriato: le attività, che generano soldi e punti vittoria; le amenità, che danno effetti unici e punti a fine partita; i donor gifts, che aumentano i loro poteri al nostro aumentare il livello donor; lo staff, in grado di darci azioni e vantaggi nel proseguo della partita; le catastrofi, che ci stanno sempre bene e le attività potenziate, che permettono entrate maggiori. Ogni turno, piazziamo il nostro lavoratore sulle attività e con il guadagno andiamo a migliorare il nostro campeggio. Semplice, diretto e molto divertente. Tipo la vita in tenda.
Il senso del Kickstarter
Cosa c’è di particolare in un progetto come questo? A parte le risorse che, nel pledge vip, sono realizzate a mano, non molto. Questo però ci porta a una riflessione sull’enorme sottobosco di progetti che popolano costantemente il mondo di Kickstarter: idee semplici, a volte basate su meccaniche neanche troppo originali, portati avanti in campagne da budget contenuti e con un solo designer alle spalle. Sono la stragrande maggioranza, a volte vanno in porto, altre invece falliscono miseramente. Sono progetti coraggiosi, perché partono come un salto nel buio, aggrappandosi al sogno di vedere il proprio gioco diventare realtà, ma soprattutto sapere che verrà giocato da altri. Uno spirito puro, con dietro il desiderio di guadagnare ovviamente, ma che affonda le radici nel senso originale per cui è nato Kickstarter. Ci sono i Gloomhaven, ci sono i Bivouac. Entrambi hanno motivo di esistere, entrambi rappresentano la nostra passione.
La campagna di Bivouac
La campagna di Bivouac la trovate a questo link. Andate a darci un’occhiata, perché sono progetti come questi che danno respiro a Kickstarter, che creano l’ossigeno per portare avanti tanti sogni.
E comunque, viva i papaboys!
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