Devo dirvi la verità. Quando vidi per la prima volta Atlantis Rising nel dicembre 2018 non avevo minimamente idea di che gioco fosse. La sua campagna era agli sgoccioli, mancavano solo 48h, e navigando su Kickstarter mi imbattei per caso nella sua pagina che citava “Atlantis Rising: The Cooperative Worker Placement Game”.
Ne fui attratto. A quel tempo stavo cercando proprio un collaborativo del genere. Con alcuni amici mi ero divertito molto a giocare la versione cooperativa di Orleans (anche se il gioco base non mi era piaciuto) e mi ero messo alla ricerca di qualcosa di differente dal solito Pandemic.
Atlantis Rising, con la sua promessa di portare al tavolo fino a 7 giocatori in un collaborativo con piazzamento lavoratori mi sembrò perfetto. Il fatto poi che venisse garantito il materiale tradotto in italiano (in pdf) fu la ciliegina sulla torta. Senza aver letto nemmeno il regolamento lo finanziai. Il risultato? Continuate a leggere.
Atlantis Rising: tra mito e sci-fi
Gli abitanti di Atlantide hanno eretto una fiorente civiltà basata su una tecnologia avanzata alimentata da energia mistica. Ma gli dei, meschini e invidiosi, non sono contenti e per questo intendono spazzarla via. L’isola si inabisserà, inevitabilmente, ma la popolazione nel tentativo estremo di salvarsi ha deciso di costruire un portale cosmico che li porterà in un nuovo mondo. Semplice no?
Obiettivo del gioco dunque è quello di costruire i 9 componenti del portale cosmico più il suo nucleo centrale prima che la l’isola di Altantide venga inondata. I componenti possono essere costruiti dai giocatori, da soli o insieme, se questi posseggono le giuste risorse riportate sulle tessere dei vari componenti. Le risorse a loro volta possono essere recuperate o prodotte sull’isola, che però piano piano sarà sommersa.
La mappa di gioco consta di 37 tessere, ognuna delle quali sarà parte di una delle penisole di Atlantide. L’isola infatti è una grande “stella marina” composta da 6 penisole: 3 dette selvagge e 3 civilizzate. Nelle 3 estensioni selvagge si potranno recuperare rispettivamente minerali grezzi, cristalli e oro, mentre nelle 3 civilizzate si potranno produrre seguaci, recuperare testi sacri o forgiare Atlantium, elemento ricavato dai minerali grezzi.
Il Flusso di gioco
Senza soffermarmi su tutte le regole possiamo dividere i turni in 4 fasi:
- La fase di piazzamento lavoratori
- La fase di inabissamento delle tessere
- La fase di realizzazione delle azioni
- La fase di reset
Nella prima fase ogni giocatore sarà chiamato, contemporaneamente e collaborando con gli altri, a posizionare i propri meeple, composti da un eroe dal potere speciale e 3 o più seguaci, nei vari spazi lavoratore presenti sull’isola o sui componenti già costruiti (che permettono azioni aggiuntive). Collaborare in questa fase è importante: saper sfruttare al meglio gli effetti speciali degli eroi piuttosto che recuperare le risorse corrette dando la giusta priorità alla costruzione dei componenti è veramente fondamentale. La cosa particolare è che nel gioco sono presenti degli spazi lavoratori dove saranno necessari due meeple per poter effettuare l’azione (come quella di generare nuovi seguaci… ci siamo capiti?) e questo induce spesso a chiedere aiuto agli altri per poter fare più azioni in un solo turno.
La fase successiva è quella di inondazione. A giro, partendo dal primo giocatore, ognuno pescherà una carta dal mazzo sfortuna che riporterà al suo interno carte indicanti un particolare settore dell’isola, potenti carte “sfiga” o carte “calma piatta” che saranno spesso la vostra salvezza. Per ogni carta dove è richiesto di inondare un settore dell’isola dovremo girare la tessera più esterna della mappa ancora non inondata. Se sopra quella specifica porzione della penisola sono presenti dei seguaci, questi torneranno nella riserva dei giocatori e saranno disponibili dal prossimo turno.
Se i lavoratori sono sopravvissuti all’inondazione allora sarà possibile, nella terza fase, eseguire le azioni prefissate. Anche in questo caso si può agire contemporaneamente senza dover attendere i propri compagni (a meno che non ci siano azioni sequenziali come produrre una risorsa utile alla costruzione di un componente nello stesso turno). Le penisole selvagge più quella della città prevedono il lancio di un dado per poter ottenere le risorse. A tessere penisola più esterne corrispondono azioni più potenti ma allo stesso tempo più rischiose visto che sono le tessere più a rischio inondazione.
Una volta che tutte le azioni sono state svolte si ripulirà la mappa da tutti i lavoratori esausti e si subirà l’ira degli dei che, tramite un tracciato crescente, obbligheranno i giocatori a inabissare ulteriori tessere della mappa. Contenti vero?
Ma alla fine vale la pena?
Ancora qualche considerazione. I componenti, come potete vedere voi stessi dalle immagini sono veramente belli. Le illustrazioni di Vincent Dutrait sono fantastiche e il gioco è una esplosione di colori sul tavolo. Gli eroi hanno poteri che potremmo definire “rotti” ma che in realtà ben si equilibrano in un gioco dove tra la fortuna dei dadi e la sfortuna delle carte potremmo avere dei turni non proprio semplici. La partita, impostata a livello base e con giocatori “esperti” non presenta particolari difficoltà, ma gli autori hanno (secondo me in modo intelligente) inserito nella scatola nuove tessere componenti e nuove carte sfortuna che se introdotte nel setup daranno veramente filo da torcere ai partecipanti. Il fatto quindi di poter calibrare la difficoltà in base a determinate semplici variabili rende il gioco per me rigiocabile all’infinito e con qualsiasi gruppo al tavolo.
Una partita ad Atlantis Rising fila via liscio in 1 ora/1 ora e mezza al massimo. Avere 3 fasi su 4 che si possono giocare in contemporanea rende tutto molto snello e veloce. Logicamente quello che vi porterà via tempo è decidere di comune accordo la strategia iniziale del turno, ma i passaggi successivi saranno quasi automatici.
Quello che non potrebbe piacere è l’alea dei dadi, anche se sono presenti vari modificatori e mitigatori, nonché la ripetitività dell’esperienza che alla fine di partita in partita rimane sempre quella. Ma se vi piace avere un collaborativo snello, facile di intavolare anche con tante persone credo che dovreste dare una possibilità a questo gioco.
Relativamente alla annosa questione dell’Alfa Player, in Atlantis Rising non esiste un meccanismo che cerchi di attenuare questo possibile effetto. Quello che però ho notato è che durante il gioco ci sono vari aspetti (non tantissimi) da tenere sotto controllo e quindi tutti sono chiamati a collaborare, anche perché, come si può intuire, i turni di gioco alla fine sono pochi e si riducono all’aumentare dei giocatori visto che con maggior partecipanti si gireranno maggiori carte “sfortuna”.
Quindi mi piace? Assolutamente si! Insieme a Horrified (ve ne ho parlato qui) è il collaborativo che più ho intavolato negli ultimi 6 mesi.
Qualche informazione in più
Atlantis Rising oggi è nuovamente presente su Kickstarter con una nuova campagna. Sarà possibile acquistare il gioco base e una nuova espansione che introduce orribili mostri mitici come le arpie o Medusa. Inoltre sarà interamente localizzato in italiano da Ghenos Games.
Vi lascio in calce il link alla pagina Kickstarter.
Unica nota per il kickstarter fatto da me nel 2018 è che non sono mai arrivati i pdf in italiano (ma nemmeno nelle altre lingue promesse). Forse erano già in contatto con gli editori stranieri e hanno avuto qualche contrattempo, forse hanno avuto qualche disguido, sta di fatto che ad oggi attendo ancora parte della promessa fatta. Non fatevi però influenzare da questa nota: il gioco vale la pena. Considerate che la prima versione di Atlantis Rising, oggi riproposta in questa seconda edizione migliorata nelle meccaniche e grafica, era nel 2016 nella top ten dei migliori collaborativi secondo The Dice Tower.
Link alla campagna Kickstarter
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